Bischof Echevarría über behinderte Kinder (Catania, 9. April 1997) 

 

90% der Behinderten sind Kinder von Eltern, die vor der Ehe nicht die Reinheit gelebt haben.

 

Dieser Satz ging 1997 durch die italienische Presse:

 

FIGLI DI UN DIO MINORE

„Un sondaggio dice che il 90% degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza prima del matrimonio“. Parole del capo dell'Opus Dei Xavier Echevarria. Immediate le reazioni delle associazioni di disabili. Per l'Opus Dei si e' trattato di „un equivoco“, probabilmente dovuto alla non perfetta conoscenza dell'italiano da parte di Echevarria.

 

Übersetzung:

 

KINDER EINES GERINGEREN GOTTES

„Eine Umfrage hat ergeben dass 90% der Behinderten Kinder von Eltern sind, die vor der Ehe nicht die Reinheit gelebt haben.“  Worte des Leiters des Opus Dei, Xavier Echevarría. Unmittelbar darauf erfolgten Reaktionen von Behindertenorganisatio­nen. Für das Opus Dei handelt es sich um ein „Missverständnis”, möglicherweise weil Echevarría das Italienische nicht vollkommen beherrscht...

(Anmerkung: Echevarría lebt seit sechzig Jahren in Italien...)

 

Einen anderen Kommentar bietet „De Quaderni Acp - Bimestrale di informazione politico culturale dell'Associazione Culturale Pediatri” („Zweimonatsschrift der Kulturellen Vereinigung für Kinderheilkunde für Nachrichten aus Politik und Kultur”):

 

„Un sondaggio dice che il 90% degli handicappati sono figli di genitori che non sono arrivati puri al matrimonio". Un virgolettato di due righe riportato sul Giornale di Sicilia del 10 aprile 1997 indica il pensiero del vescovo Saverio Echevarria. Il pensiero è stato presentato a Catania di fronte a un migliaio di siciliani. Naturale la presa di posizione dell'Associazione Down e dell'ANFASS. Qualcuno dice che il vescovo abbia una non buona padronanza dell'italiano. Qualcuno dice che si riferiva ai sieropositivi. In ambedue i casi (anche i bambini sieropositivi non sono, in fondo, tutti figli "di colpevoli") si può commentare con il famoso "un bel tacer non fu mai scritto". Il 14 aprile una lettera ai quotidiani che voleva smentire tutto era il classico "pezo el tacon del buso".

 

„Eine Umfrage besagt, dass 90% der Behinderten Kinder von Eltern seien,  die nicht rein in die Ehe gegangen seien.” Ein zweizeiliges Zitat aus dem “Giornale di Sicilia” vom 10. April 1997 offenbart die Gedankengänge von Bischof Javier Echevarría. Dieser Gedanke wurde in Catania präsentiert, gegenüber tausend Sizilianern. Verständlicherweise gab es eine Stellungnahme der „Gesellschaft Down-Syndrom” und der ANFASS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali/Nationale Familien-Vereinigung für Angehörige mit körperlichen und geistigen Behinderungen). Es gab eine Stellungnahme, dass der Bischof die italienische Sprache nicht gut beherrsche. Es gab weiters eine Stellungnahme, dass er sich auf HIV-Positive bezogen habe (obwohl auch HIV-positive Kinder nicht generell „Kinder der Sünde” sind). In beiden Fällen hätte man sich an den berühmten Rat halten können „Schweigen ist Silber, Reden ist Gold”.

 

Die betreffende Seite des „Giornale di Sicilia”:

 

 

 

 

 

Der Text lautet im Original:

 

GIORNALE DI SICILIA GIOVEDI´10 APRILE 1997 – CATANIA

Il capo dell’Opus Dei contro gli abusi sessuali

Echevarria: “Arrivate puri al matrimonio”

 Saverio Echevarria, 64 anni, il vescovo che dal 94 guida l’Opus Dei – una delle organizzazioni di sacerdoti e laici più note, considerata un’autentica “potenza” nella Chiesa cattolica – ieri pomeriggio ha incontrato il “suo” popolo catanese e della Sicilia orientale. Sala gremita al Golden, oltre millecinquecento partecipanti all’incontro di un’ora che Monsignor Echevarria ha dedicati in parte a rispondere alle domande di alcuni componenti dell’Opus.

Suggestiva la coreografia. Tra fiori e piante, sul palco del cinema cittadino dov’erano seduti anche una decina di sacerdoti, ragazzi e adulti “numerari” dell’Opera, era stato sistemato per Echevarria il salotto buono dell’organizzazione catanese: una poltrona a centro e, accanto, un tavolinetto con le foto di famiglia, quelle di Josemaria Escrivà, ora beato della Chiesa, fondatore dell’Opus Dei.

Un’ora, tra le 17,45 e le 18,45. Tanto è bastato al prelato per ribadire a laici e sacerdoti le linee-guida dell’organizzazione che a Catania gestisce la residenza Falconara e il Centro Culturale Kathane. Il capo dell’Opus Dei s’è, innanzitutto, scagliato contro gli abusi sessuali: “Mantenete una santa purezza, arrivate al matrimonio con un corpo pulito e restate tali”. Poi, il prelato ha ricordato che molti rapporti promiscui provocano e, con una frase che è arrivata come un pugno nello stomaco, volutamente provocatoria, ha esclamato: “Un sondaggio dice che il novanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto quella purezza”.

Monsignor Saverio Echevarria ha anche “benedetto” le famiglie numerose: “Non siate egoisti, fate figli, non limitate la facoltà di procreare che vi ha dato Dio. Ci sono famiglie che hanno pochi figli ma hanno cinque televisori, due frigoriferi e così via, però con gli elettrodomestici non ci puoi parlare. E, poi, se siete egoisti anche i vostri figli prenderanno da voi”. Inevitabile la condanna per i metodi contraccettivi, ma soprattutto per l’aborto che il vescovo ha definito, scandendo ogni sillaba: “Un crimine”.

Echevarria, che ha portato la benedizione di Giovanni Paolo II, ha chiesto ai componenti di …essere etnei: “Siate un vulcano per dare fuoco a tante anime che stanno aspetando il nostro messaggio. Operate nella società, dove vi ha messo il Signore, con le vostre professioni. Portate allegria, siate apostoli di gioia”. Ge.M.

 

Hier die Übersetzung:

 

 

DIARIO DI SICILIA, Dienstag 10. April 1997 – CATANIA.

 

Der Chef des Opus Dei gegen Missbrauch der Sexualität

Echevarría: „Geht unberührt in die Ehe”

 

Javier Echevarría, 64 Jahre, jener Bischof, der seit 1994 das Opus Dei leitet, eine wohlbekannte Organisation von Priestern und Laien, die man für eine große Macht innerhalb der katholischen Kirche hält, traf gestern mit „seinen” Leuten aus Catania und dem östlichen Sizilien zusammen. Der Saal im „Golden” (ein Kino in Catania) war mit 1500 Teilnehmern vollgepfercht für die eine Stunde, die Msgr. Echevarría der Veranstaltung gewidmet hatte, zum Teil um Fragen von Mitgliedern des Opus zu beantworten. Die Choreografie war beeindruckend. Zwischen Blumen- und Pflanzenschmuck saßen  auf der hergerichteten Bühne des Kinos etwa zehn Priester, jugendliche und ältere Numerarier des Werkes, ein Besucherzimmer für Echevarría, von seinen Leuten vor Ort hergerichtet: In der Mitte ein Wappen, und auf der Seite ein Tischchen mit den Familienfoto Josemaría Escrivá, jetzt einem Heiligen der Kirche, dem Gründer des Opus Dei. Eine Stunde lang, von 17 h 45 bis 18 h 45 genügten dem Prälaten, um die Grundlinien der Organisation zu zeichnen, die in Catania das Studentenheim Falconara und das Kulturzentrum Kathane betreibt.

 

Vor allem wandte sich der Führer des Opus Dei gegen den Missbrauch der Sexualität: “Bewahrt euch die heilige Reinheit, geht mit reinem Körper in die Ehe und bleibt so”. Dann erinnerte der Prälat, mit einem Satz, der wie ein Faustschlag in den Magen wirkt, an die Folgen der Promiskuität und rief, mit bewusster Provokation, aus: “Eine Statistik besagt, dass 90% der Behinderten Kinder von Eltern sind, die diese Reinheit nicht bewahrt haben”.

 

Msgr. Javier Echevarria “segnete” auch die kinderreichen Familien: “Seid keine Egoisten, bekommt Kinder, setzt der Fähigkeit zur Fortpflanzung, die euch Gott gegeben hat, keine Grenzen. Es gibt Familien mit nur wenigen Kindern, aber sie haben dafür fünf Fernseher, zwei Tiefkühltruhen etc., aber mit den Haushaltsgeräten kann man nicht reden. Und dann, wenn ihr Egoisten seid, werden auch eure Kinder diese Eigenschaft von euch übernehmen”. Es war unvermeidlich, dass Verhütungsmittel verdammt wurden, aber voll allem die Abtreibung, die der Bischof, jede Silbe betonend, „ein Verbrechen” nannte.

Echevarría,  der den Segen von Johannes Paul II. überbrachte, bat die Anwesenden, „Ätnas“ zu sein: „Seid ein Vulkan, um so vielen Seelen Licht zu geben, die unsere Botschaft erwarten. Arbeitet in der Gesellschaft, dort wo euch Gott mit eurem Beruf hingestellt hat. Bringt Freude, seid Apostel der Begeisterung”. Ge.M.

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